Carmelacromìa!

I colori di Osteria da Carmela posseggono un richiamo sacro(santo) ai colori della Madonna del Carmelo, detta Madonna Bruna, con un significato preciso:
Arancio solare aureole dorate e il fondo dell'icona = santità e sacralità
Pompeiano colore rosso della tunica sotto il manto = amore
Tufo scuro tunica color pelle di pecora del bambino e pelle della Madonna = agnello di Dio, fratellanza
Verdemare manto della Madonna = fertilità
Ogni colore è un’ispirazione, una storia, una tendenza e persino, scavando nella storia di Napoli, un’origine di un piatto e accompagnerà sempre le nostre (e le vostre) parole.
E con queste cromatiche premesse, ecco a voi...


Il Fiano, un vitigno campano ma non solo!

Il Fiano, un vitigno campano ma non solo!

Il Fiano è un vitigno a bacca bianca considerato tra i più pregevoli in Italia. L’epicentro della sua coltivazione e diffusione è certamente la Campania, ma è presente in altre regioni d’Italia come la Puglia e La Sicilia. 

Un vino longevo, di buona mineralità, acidità e struttura, generoso e complesso nei profumi ed estremamente persistente. Che sia in purezza o in blend, il Fiano riesce sempre a stupire per il suo carattere deciso e inconfondibile che raggiunge la sua massima espressione nel Fiano di Avellino Docg, ottimo anche nelle espressioni extra irpine come Cilento DOC e Sannio DOC. 

Questo vino è talmente apprezzato che ormai ha varcato i confini nazionali. Infatti anche in California si coltiva questo vitigno in una zona molto rinomata per i vini, ovvero “Paso Robles”, dove nasce una delle poche (ma ben riuscite!) versioni statunitensi del vitigno campano.

Moderno e antico allo stesso tempo il Fiano vanta una storia antichissima, ma le vicissitudini di questo vino straordinario si perdono tra leggende e racconti che non ne dissolvono la paternità. La sua natività dovrebbe essere greca, ma qui in Campania  partirebbe da Lapio, zona rappresentativa del Fiano. L’etimo Fiano si deve probabilmente alla locuzione uve apiane, derivate da Vitis Apicia a indicare l’antica località di Lapio oppure da Apina, nel significato di “dolce profumo che attira le api”. 

Qualsiasi sia l’origine, quello che è certo è che il Fiano si esprime al meglio sui terreni vulcanici, ma grazie alla sua adattabilità riesce ad adattarsi anche su terreni ricchi di argilla e in condizioni di suoli pesanti. Ad esempio nel Cilento, un territorio che non è di origine vulcanica e decisamente più caldo, questo vitigno a bacca bianca offre una delle espressioni più interessanti, perché in questa versione esplode in un vortice di profumi floreali e di frutta esotica. In questa versione, la preminenza offaltiva della frutta dura nel tempo, mentre nella sua versione irpina nell’invecchiamento regala note di idrocarburi, simili a quelle del Riesling.

Nel Sannio non mancano espressioni interessanti orientate più alla freschezza e alla sapidità, grazie anche ai terreni argilloso-calcarei. Tracce di questa uva, infatti, si sono diffuse su questo territorio sin dagli anni ’70.

In Basilicata la vigna più antica di Fiano fu piantata negli anni ’80, e grazie alle condizioni pedoclimatiche, fanno della Basilicata un luogo perfetto per la coltivazione dei vini a bacca bianca. Infine, Il Fiano è presente anche in Puglia e in Sicilia.

Noi di Osteria da Carmela amiamo molto il Fiano e nella nostra carta dei vini non mancano chicche irpine, cilentane e blend interessanti con altri vitigni campani.

 


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