Carmelacromìa!

I colori di Osteria da Carmela posseggono un richiamo sacro(santo) ai colori della Madonna del Carmelo, detta Madonna Bruna, con un significato preciso:
Arancio solare aureole dorate e il fondo dell'icona = santità e sacralità
Pompeiano colore rosso della tunica sotto il manto = amore
Tufo scuro tunica color pelle di pecora del bambino e pelle della Madonna = agnello di Dio, fratellanza
Verdemare manto della Madonna = fertilità
Ogni colore è un’ispirazione, una storia, una tendenza e persino, scavando nella storia di Napoli, un’origine di un piatto e accompagnerà sempre le nostre (e le vostre) parole.
E con queste cromatiche premesse, ecco a voi...


L’Asprinio d’Aversa e la sua declinazione estiva: tre abbinamenti imperdibili

L'Asprinio d'Aversa e la sua declinazione estiva: tre abbinamenti imperdibili

“Perché i più celebri bianchi secchi includono sempre, nel loro profumo più o meno intenso e più o meno persistente, una sia pur vaghissima vena di dolce. L’Asprinio no.
L’Asprinio profuma appena, e quasi di limone: ma, in compenso, è di una secchezza totale, sostanziale, che non lo si può immaginare se non lo si gusta… Che grande piccolo vino!”

L’alberata aversana è di origine etrusca. Mentre gli antichi Greci coltivavano la vite ad alberello, gli Etruschi sfruttavano la caratteristica di pianta rampicante della vite utilizzando gli alberi come tutori, un retaggio antico ma ancora presente ad Aversa dove questa tradizione si ripete. Nell’aversano è possibile dunque osservare le viti “maritate” ai pioppi. Uno spettacolo maestoso di “architettura naturale” che raggiunge anche i venti metri di altezza. Un caso unico al mondo fatto di  filari che s’intersecano in una parete rigogliosa di un verde intenso nella quale s’intessono i grappoli che non raggiungono mai la completa maturazione.  La vendemmia è a cura dei cosiddetti uomini ragno che si arrampicano, volano sulla parete verde con lunghe scale di legno offrendo uno spettacolo a dir poco suggestivo.

Come spesso accade, non è facile risalire con certezza alle origini del vitigno. Ci sono documenti che attestano una stretta parentela con il Greco di Tufo e con altri vitigni autoctoni locali, anche se la teoria sull’origine più accreditata fa risalire le sue radici, è il caso di dirlo, alla dominazione degli Angioini del Regno di Napoli del XIII secolo. Sarebbe stato Roberto d’Angiò (1277- 1343) a chiedere allo chef de cave della Casa Reale di piantare il vitigno nella campagna  napoletana per dare vita a uno spumante per la Corte Angioina, evitando l’approvvigionamento dalla Francia. La scelta cadde sul territorio di origine vulcanica dell’agro aversano, ricco di tufo e un vitigno. Un’idea vincente, secondo il metodo etrusco che ha fatto dell’Asprinio un’eccellenza unica, capace di soddisfare nel tempo i palati più raffinati.

Abbinamenti:

Nella versione spumante charmat è piacevole come aperitivo e per accompagnare gli antipasti e i fritti di mare;
Come spumante classico è ideale per crostacei e piatti di pesce non troppo strutturati;
Fermo, invece, si sposa bene con la mozzarella di Bufala;

È un vino molto secco, con note citrine, ricco di note agrumate e fortemente minerali, spicca per una vivace freschezza, giallo paglierino con riflessi verdolini.  Lo spumante, prodotto sia con metodo classico, che con il metodo charmat, sfoggia un’acidità affilata e da note minerali.


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