Carmelacromìa!

Les couleurs de l'Osteria da Carmela possèdent un appel sacré (Saint) aux couleurs de notre-Dame-du-Carmel, appelée la Madone brune, avec un sens précis:
Orange solaire Halos dorés et le bas de l'icône = Sainteté et caractère sacré
Pompeian Tunique rouge sous le manteau = Amour
Tuf foncé Tunique de mouton de bébé et peau de la Madone = Agneau de Dieu, fraternité
Verdemare Manteau de Madonna = Fertilité
Chaque couleur est une inspiration, une histoire, une tendance et même, creusant dans l'histoire de Naples, une source d'un plat et accompagnera toujours nos (et vos) mots.
Et avec ces prémisses chromatiques, vous êtes ici...


Vous possédez'nu casatiello: la tradition de Pâques à Naples

Vous possédez'nu casatiello: la tradition de Pâques à Naples

Nell’idioma partenopeo, quando ci si rivolge ad una persona pesante e noiosa dandole del <strong><em>Casatiello</em></strong> ci si riferisce all’apporto calorico della torta salata che impera sulle tavole, il giorno di Pasqua, nell’areale campano. Sulle origini non sussistono dubbi e, per averne prova, basta cliccare la parola <strong><em>Casatiello</em></strong> su <em>Google</em>, per notare che la parola non esiste se non affiancata dall’aggettivo “napoletano”.

Il <strong><em>Casatiello</em></strong> è preparato a partire dallo stesso impasto del pane aggiunto di strutto, pepe (come se piovesse) e sale, fatto lievitare lentamente. La pasta “cresciuta” è stesa e farcita con salumi e formaggi, arrotolata a forma di ciambella e riposta in una teglia ben unta di strutto, fatta lievitare una seconda volta e infine messa in forno, preferibilmente quello a legna. Nel <strong><em>Casatiello</em></strong> le uova vengono posizionate intere, con il guscio, e cotte insieme al rustico. Le uova sono ben visibili e ricoperte da due sottili striscioline d’impasto. <strong>L’utilizzo delle uova intere rappresenta la differenza sostanziale con il </strong><strong><em>Tortano</em>,</strong> altro rustico di tradizione pasquale, che vede nella sua preparazione l’utilizzo delle uova all’interno come farcia e non come ornamento.

Le varianti sono tante, ma gli ingredienti imprescindibili affinché si possa definire <strong><em>Casatiello</em></strong> sono: la sugna, il salame <em>Napoli</em>, i ciccioli e il formaggio, assolutamente Pecorino! Fino agli anni ’50, era in voga portare a cuocere il <strong><em>Casatiello</em></strong> presso le panetterie per usufruire del forno a legna, nel quale la cottura dà maggiore fragranza. Oggi sembra che ci sia sempre meno tempo e molte panetterie si sono adoperate a vendere impasto lievitato naturalmente, pronto ad essere conciato come da tradizione ed essere cotto nel forno domestico.

<strong><em>La simbologia del Casatiello napoletano </em></strong>

Il <strong><em>Casatiello</em></strong> oltre ad essere un alimento super-completo dal punto di vista nutrizionale e dal buon sapore è anche pregno di elementi simbolici che si rifanno alla tradizione cristiana; per esempio, le due striscioline, sembrano messe lì a caso, ma non è così: i due lembi di pasta, disposti ortogonalmente non sono altro che la rappresentazione della Croce. L’impasto è lo stesso del pane che notoriamente simboleggia il corpo di Cristo, le uova rappresentano la rinascita e la forma della ciambella, vuota al centro ha un significato ben preciso: la corona di spine di Gesù Cristo.

<strong><em>Lo sapevate che esiste il Casatiello dolce?</em></strong>

A parte le variazioni “casalinghe” e le contaminazioni extra-regionali esistono anche diverse versioni dolci: una versione dolce del <strong><em>Casatiello</em></strong> è preparata con uova, zucchero, strutto e glassa, e decorata in superficie con confetti colorati: questa variante è diffusa a Caserta e nell’area vesuviana costiera. Altre versioni dolci sono diffuse a Monte di Procida e nel Nolano.

 

Il <strong><em>Casatiello</em></strong>, dolce o salato, rappresenta una delle molteplici tradizioni culinarie della città di <strong><em>Napoli</em></strong> giunte indenni ai giorni nostri che mantengono la loro ragion d’essere ancora oggi, nell’era degli snack e delle merendine e, a dispetto del nome (che – attenzione – deriva da caseus, formaggio), resta il più fedele compagno nelle gite fuori… casa.



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