Carmelacromìa!

I colori di Osteria da Carmela posseggono un richiamo sacro(santo) ai colori della Madonna del Carmelo, detta Madonna Bruna, con un significato preciso:
Arancio solare aureole dorate e il fondo dell'icona = santità e sacralità
Pompeiano colore rosso della tunica sotto il manto = amore
Tufo scuro tunica color pelle di pecora del bambino e pelle della Madonna = agnello di Dio, fratellanza
Verdemare manto della Madonna = fertilità
Ogni colore è un’ispirazione, una storia, una tendenza e persino, scavando nella storia di Napoli, un’origine di un piatto e accompagnerà sempre le nostre (e le vostre) parole.
E con queste cromatiche premesse, ecco a voi...


Che cavolo ci mangiamo a Napoli? Minestra di Verza e Riso!

Che cavolo ci mangiamo a Napoli? Minestra di Verza e Riso!

Verza e Riso è uno dei piatti più amati dai napoletani. Questo perché rispecchia una tradizione antica, quando il popolo napoletano era definito ‘Mangiafoglie’…

 

Siamo in autunno e, nonostante il clima sia molto clemente, stomaco e palato iniziano a pregustare la piacevole sensazione di assaporare un piatto caldo, una buona minestra napoletana, per esempio. Il Riso con la Verza è un piatto completo e molto semplice da preparare. Elementi irrinunciabili per la riuscita di questa pietanza gustosa sono le scorzette di parmigiano e un pezzettino di cotica o guanciale.

La Verza o cavolo verza è una verdura molto amata dai napoletani: non  a caso, prima dell’avvento della pasta, il popolo partenopeo era definito Mangiafoglie per via dell’alimentazione a base di verdure a foglia, che vanno sotto la denominazione scientifica di crucifere, o meglio, Torze e Torzarelle nella simpatica tassonomia napoletana. Pasta e verdura sono radicate da sempre nelle nostre abitudini culinarie, ma il riso quando è entrato a far parte della tradizione napoletana?
Il riso fu introdotto a Napoli dagli Aragonesi tra il 1400 e il 1500, ma furono i monzùi veri apripista di questa tendenza culinaria. E l’antesignano di tutti i piatti a base di riso, rinvenibili nella cucina napoletana, è il cosiddetto Sartù. Il sontuoso piatto dei monsù fa da volano a tante ricette e rivisitazioni trasposte in ‘chiave povera’ grazie al rinomato ingegno dei napoletani. Pare che, uno dei più antichi di questi piatti sia proprio a “Menesta ‘e virzo cu ‘e rise” che nasce, probabilmente, come una sorta di “minestrone povero” con solo un cavolo verza.

Dove mangiare a Napoli una simile bontà? Osteria da Carmela ne prepara una versione rispettosa e leggera.


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