Carmelacromìa!

I colori di Osteria da Carmela posseggono un richiamo sacro(santo) ai colori della Madonna del Carmelo, detta Madonna Bruna, con un significato preciso:
Arancio solare aureole dorate e il fondo dell'icona = santità e sacralità
Pompeiano colore rosso della tunica sotto il manto = amore
Tufo scuro tunica color pelle di pecora del bambino e pelle della Madonna = agnello di Dio, fratellanza
Verdemare manto della Madonna = fertilità
Ogni colore è un’ispirazione, una storia, una tendenza e persino, scavando nella storia di Napoli, un’origine di un piatto e accompagnerà sempre le nostre (e le vostre) parole.
E con queste cromatiche premesse, ecco a voi...


Osteria da Carmela propone una specialità tutta napoletana, le percoche nel vino

percoche con il vino

Osteria da Carmela d’estate: le percoche nel vino

La percoca nel vino suona come un dolce fil rouge che lega noi napoletani all’infanzia. Chi non ha provato l’ebbrezza, da bambino, di gustare di nascosto da mamma e papà uno spicchio di percoca impregnata di vino per mano di un nonno o di uno zio complice?
Qualcuno la chiama “la sangria napoletana” e a ragion veduta. È molto probabile, infatti, che questo “mangiaebevi” sia un retaggio della dominazione spagnola a Napoli.
La ricetta è estiva ma è possibile prepararla fino alla fine di ottobre, grazie alle varietà di percoca tardive.

Le varietà di questo frutto sono essenzialmente tre, tutte iscritte all’elenco regionale dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (PAT).

Le varietà di percoca
La varietà più gettonata è sicuramente Percoca col pizzo, coltivata nel napoletano, soprattutto nell’area flegrea. È detta così per via della punta inferiore molto accentuata. Ha frutti medio-grandi, di color giallo paglierino, polpa dolce e compatta. Appartiene alla categoria delle “terzarole”, dette così perché maturano tardivamente da fine agosto a tutto ottobre.

La Percoca Puteolana, anche detta Percoca Vesuvio, è un prodotto tradizionalmente coltivato nell’area Flegrea della provincia di Napoli. È una varietà di pesca caratterizzata da una polpa particolarmente compatta ed aromatica con sfumature rosso intenso. È la percoca più famosa in assoluto e fino agli anni ‘70 era anche la pesca più coltivata in Campania, perché particolarmente preferita dai consumatori locali. Matura a luglio.

Di pari importanza anche la Giallona di Siano, che si coltiva nel piccolo comune salernitano e nei comuni limitrofi. Proprio a Siano si tiene una sagra annuale ad essa dedicata.

Il vino ideale per le percoche nel vino
Adesso passiamo al vino. Ci si destreggia tra il bianco ed il rosso, anche se, la maggior parte dei ‘percocanauti’ appoggiano la scuola di pensiero del vino bianco: noi siamo dell’idea che sia una scelta molto personale, legata anche a i ricordi d’infanzia. È da preferire un vino non molto ricco in gradazione alcolica, una caratteristica organolettica che aggiungerebbe dolcezza, che già è tanta. Infatti, la frutta macerata dona al vino ampi sentori di… pesca e dolcezza al gusto. Un altro motivo per scegliere vini poco alcolici è quello di agevolare la tradizionale bevuta a canna del vino con le percoche. Unico dogma imposto è che il vino debba essere ghiacciato. Una falanghina leggera o un Ischia bianco sembrano scelte perfette, a riguardo.

In Osteria da Carmela, su richiesta, è possibile gustare questa ricetta che affonda le proprie radici dritte nel cuore della Napoli più bella e genuina. Vi proponiamo per questa delizia il nostro vino della casa, ‘o bianco, perfetto per questo abbinamento.


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